La maggior parte dei programmi in televisione è rivolta ad un pubblico adulto, relativamente pochi sono i programmi per bambini.
Il telespettatore bambino e in particolare il bambino non udente è un destinatario che richiede un’attenzione particolare.
In lui troviamo lo svantaggio del deficit non ancora colmato da un’esperienza rieducativa, scolastica ed esperienziale giunta a maturazione.
L’adattamento deve quindi far fronte a problemi specifici.
I cartoni animati con sottotitoli facilitati per bambini prevedono tempi di lettura più lunghi rispetto ai programmi per adulti, con conseguente notevole riduzione del testo e seguono precisi criteri di scrittura: attenta scelta del vocabolario, esplicitazione obbligatoria del soggetto, rispetto dell’ordine soggetto-predicato-oggetto e dell’attributo posticipato, riduzione nell’uso di tempi e dei modi del verbo,
uso privilegiato dei rapporti di coordinazione, rispetto a quelli di subordinazione.
Tali condizioni cessano di essere garanzia di leggibilità quando il racconto è costruito su una trama di connessioni causali e temporali complesse (alternarsi di piani temporali, flashback, effetti speciali…), di connotazioni che determinano e caratterizzano la coerenza testuale e dove prescindere da esse significa metterne in forse il senso… in altre parole, semplificazione e linearità sul piano della lingua non trovano corrispondenza sul piano dell’organizzazione e dei contenuti proposti.
Ancora una volta si tratterà per l’adattatore non solo e non sempre di ridurre l’originale, ma in molti casi di espanderlo, esplicitandone contenuti, nessi e riferimenti, ponendo particolare attenzione alla stesura di un testo completo nel rispetto della distribuzione e dell’integrazione dell’informazione linguistica (sottotitoli) e visiva (Immagini).